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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Catone

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Catone e la difesa della tradizione contro la crisi repubblicana Dopo la seconda guerra punica ci sono dei cambiamenti nella società romana, Roma diventa una potenza marittima e commerciale. Anche l'educazione cambia. I figli delle famiglie ricche vengono affidati ad un servo o ad un libero istituto, il  pedagogus . Ci furono dei cambiamenti anche per quanto riguarda l' educazione femminile . Nelle famiglie più elevate le figlie vengono affidate ad un pedagogus per studiare canto e danza e imparare a dipingere. Le ragazze si sposano in età precoce, e passano dall'autorità del padre a quella del marito. Non tutti approvano questi cambiamenti, come per esempio  Marco Porcio Catone , console nel 194 a.C. viene chiamato  il Censore per tutte le critiche fatte alla società romana. Egli vuole recuperare la tradizione, nel padre l'educatore naturale dei propri figli, e così educa personalmente il proprio figlio. Ha raccolto i suoi insegnamenti di agricoltura, medicina e
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ARISTOTELE: LA FORMAZIONE INTEGRALE E L'EDUCAZIONE DI STATO Aristotele privilegia l'analisi della realtà e le il suo pensiero etico-pedagogico si si esprime in due opere, "l'Etica Nicomachea" e la "Politica". Anche lui stabilisce uno stretto rapporto tra comportamento morale e felicità. L'educazione per Aristotele è essenzialmente educazione morale e secondo lui il valore più alto risiede nell'amore disinteressato per il sapere. Per Aristotele ci sono due tipi di virtù: -virtù dianoetiche, esercizio dell'intelligenza -virtù etiche, controllo delle passioni da parte della ragione Secondo lui si raggiunge la felicità solo quando le virtù sono espresse al più alto livello, e ciò richiede un'educazione adeguata e completa, riservata, secondo lui, innanzitutto ai cittadini liberi e solo ad un'élite  di essi. Secondo Aristotele nell'educazione degli uomini concorrono tre fattori: -natura: predisposizioni corporali e spirituali -cos

Mito della caverna

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Il mito della caverna, raccontato nel libro VII della Repubblica. Il filosofo greco immagina che alcuni schiavi siano incatenati fin dall’infanzia in una caverna in modo tale da vederne solo il fondo, sul quale sono proiettate le ombre prodotte da statuette che vengono fatte passare alle loro spalle, al di sopra di un muretto, illuminate da un fuoco. Dalla loro posizione, gli schiavi non vedono le statuette e credono che le ombre siano l’unica e la vera realtà esistente. Un schiavo, però, si libera e riesce a vedere le statuette, fonte delle ombre; uscito dalla caverna, può capire, quando gli occhi si sono abituati alla luce, che a loro volta le statuette non sono la vera realtà, che è invece al di fuori della caverna. Ma, abbagliato dalla luce, non può vedere le cose subito: deve prima accontentarsi delle immagini riflesse nell’acqua, finché tutto gli appare più chiaro e può alzare lo sguardo addirittura al sole che tutto illumina. Lo schiavo, identificabile con Socrate non

L'istruzione ad Atene

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Ad Atene si impone un modello educativo coerente con le istituzioni democratiche che si sono sviluppate e diverso da quello spartano. Ad Atene prevale il principio della Dike, della giustizia: la polis non è fondata sulla forza, ma sulla legge. L’ areté ad Atene coincide dunque con una vita condotta secondo giustizia. È Solone , legislatore vissuto tra il VII e il VI sec. a.C., a proporre questo ideale anche attraverso i suoi testi poetici: anzi, egli a Dike, la giustizia, sostituisce Eunomia, la buona legge, che egli stesso ha contribuito a introdurre ad Atene.  L’areté è intesa come virtù civica: una forma di rispetto e dedizione verso lo Stato e le leggi, considerati beni superiori da conservare con ogni sforzo. Quindi vengono coltivate, oltre all’educazione fisica e alla musica, come a Sparta, anche la lettura e la scrittura. La scuola è però per lo più privata. I ragazzi vengono accompagnati a scuola da uno schiavo, il pedagogo, letteralmente “colui che guida il fanciullo

La società di Sparta

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La società spartana è divisa in tre classi : degli spartiati , i cui membri godono di pieni diritti politici e possono dedicarsi all’attività militare e alla guerra, ma non possono svolgere alcun’altra attività; i perièci, uomini liberi, artigiani e commercianti, ai quali è permesso avere proprietà, ma sono privi di diritti politici, in quanto non sono considerati cittadini. L’altra classe spartana è quella degli ilòti , schiavi senza alcun diritto, che in genere sono contadini. A Sparta la formazione è scandita in questo modo, per i bambini che hanno superato la “selezione” iniziale. • in famiglia dalla nascita fino ai 7 anni d’età; • dai sette anni in poi lo Stato sottrae i figli maschi alle famiglie, inserendoli in fratellanze, gruppi che cambiano per fasce d’età: fanciulli (7-11 anni); ragazzi (12-15 anni); éirenes o efebi (16-20): si tratta di scuole militari;   • a 20 anni i giovani fanno ingresso nell’età adulta. A Sparta anche le ragazze vanno a scuola all’età

Civiltà greca

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La civiltà greca si sviluppa in un contesto diverso da quello delle prime grandi civiltà: non nasce infatti in fertili pianure attraversate da grandi fiumi, ma in un territorio particolare, diviso tra piccole isole e zone montuose continentali.  Le testimonianze più antiche di una forma di educazione provenienti  da quest’area sono i miti. In particolare sono giunti fino a noi due poemi, la cui versione finale risale al VII secolo a.C.: l’Iliade e l’Odissea.   I poemi sono grandi narrazioni di personaggi eroici. Si presentano quindi come una forma di intrattenimento, ma al loro interno contengono informazioni sugli dei, l’origine del mondo, la navigazione, le tattiche di guerra ecc. L’Iliade racconta l’assedio della città di Troia, in Asia Minore (l’attuale Turchia), a opera degli Achei: qui ci troviamo di fronte all’areté guerriera. Gli eroi sono esempi, modelli educativi di virtù belliche: inseguono onore e fama. L’Odissea narra invece dei viaggi attraverso il Mediterraneo